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  • Barrett: Intervista ad Antonio Putzolu Ecco come è realizzata una costruzione a sacchetto

    Barrett: Intervista ad Antonio Putzolu

    Ecco come è realizzata una costruzione "a sacchetto"

    Incontro Antonio Putzolu presso il loro stand al Padiglione Centrale della Fortezza da Basso. Antonio è l’attuale titolare di Barrett, azienda fondata a Parma nel 1917 da John Richardson Barrett, proprietario di una conceria nell’East End londinese, giunto in Italia ai tempi del Grand Tour alla ricerca del paio di scarpe perfetto. Dopo un’interruzione dovuta agli eventi della Seconda Guerra Mondiale, Eliseo Putzolu, nonno di Antonio, entra in società nel 1953 e riporta l’azienda alle vette pre-belliche, facendola diventare un punto di riferimento nel settore delle calzature artigianali di fascia alta. Un loro affezionato cliente era l’iconico Marcello Mastroianni, oltre ad alcuni Presidenti della Repubblica Italiana e scrittori di fama internazionale. Oggi il loro mercato di riferimento è la Russia, ma hanno una presenza capillare sul territorio europeo, in particolare in Italia con un flagship in Via Gesù 9 a Milano.

    In azienda conservano un parco forme di oltre 120 articoli, consuetudine di non poco conto che permette di accontentare anche quei clienti che desiderano riacquistare scarpe con più di dieci anni d’età. I collaboratori sono circa settanta e la capacità produttiva è di circa 180 paia al giorno, numero che scende a circa ottanta in caso di maggiore complessità di costruzione. “La forma nasce in legno, materiale che ci permette di apportare facilmente ogni tipo di modifica, e poi è trasferita in plastica”, mi spiega Antonio, che in merito alla produzione specifica come tutto sia interno, dal taglio e giunteria della tomaia fino alla realizzazione delle suole fresate a mano, a partire dalla trancia dei gropponi di cuoio. Dai mocassini alle Oxford, passando per derby, stivaletti e doppia fibbia, la collezione è esaustiva e spazia dal vitello nappato al bottalato e al camoscio, per un prodotto classico che non rinuncia a forme attuali e, soprattutto, alla comodità della calzata.

    Cinque i tipi di costruzione delle loro suole: Norvegese, Blake-Rapid, Goodyear Flex, Tubolare e "Bolognese” o “a sacchetto”, che è il fiore all’occhiello del bavero di Barrett.  E’ proprio questa la costruzione sulla quale ci soffermiamo durante l’intervista: essa conferisce una morbidezza unica alla scarpa, pur senza privarla di struttura, e la sua particolarità consiste nel fatto che la fodera fascia tutto il piede, anche la pianta, a mo’, appunto, di sacchetto. Nelle scarpe che presentano questa peculiarità il soletto di cuoio viene perciò eliminato e sostituito da uno in pelle cucito alla fodera. Curiosità: per individuare questa costruzione basterà guardare all’interno della scarpa; si noteranno due cuciture, una è la Blake, che unisce tomaia e suola e l’altra, più interna, è quella realizzata dalla giunteria che lega il soletto di pelle alla fodera stessa. Prezzo di partenza da €450, che sale ad €550 in caso di modello con costruzione a sacchetto.

     

    Bespoke hugs,
    Fabio

    Barrett: Intervista ad Antonio Putzolu Ecco come è realizzata una costruzione a sacchetto
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    Ph. credits: Eleonora Proietti

    Gessato Lanieri
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