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  • Antonio Pio Mele Il calzolaio dei re si racconta

    Antonio Pio Mele

    Il calzolaio dei re si racconta

    “Sono un uomo che non si accontenta. E mi rivolgo ad un pubblico come me, esigente” – così si definisce Antonio Pio Mele quando lo incontro nel suo atelier recentemente ristrutturato in Via Soncino 3, nei pressi di Via Torino. Pugliese, classe 1978, buongustaio di fogge e modi, mi riceve in un doppiopetto 6x2 di lana del fu Tindaro de Luca, abbinato ad una cravatta motivo cashmere e camicia con polsini francesi.

    Anche qui, come in ogni storia di successo che si rispetti, c’è un garage e un sogno: quello di fare scarpe su misura per gli uomini più eleganti del mondo. È il 1999 e il giovane Antonio è figlio d’arte, suo padre ha un’azienda di scarpe da donna con tacco. Giunto a Milano, subito s’industria nel realizzare le prime calzature per amici e parenti. “L’ammnistratore di quel condominio mi avrà diffidato dieci volte per la puzza di colla nel palazzo” - rammenta con ironia Antonio. Il 2008 è l’anno del laboratorio a Lorenteggio. Iniziano i viaggi: da Londra vola a Treviso per imparare a realizzae gli scarponi da trekking e a Pistoia per carpire i segreti del mocassino tubolare. A Milano lavora per i grandi nomi della calzatura classica da uomo, tra cui il fu Freccia Bestetti; “da Freccia ho imparato a cucire a mano le punte strette degli stivali da cowboy” aggiunge tra una boccata e l’altra di un Cohiba. Con i suoi modi signorili, riesce a costruirsi un entourage di amicizie nell’aristocrazia milanese. Proprio queste amicizie così in alto lo porteranno di lì a poco a realizzare scarpe su misura per l’allora re di Spagna Juan Carlos e in seguito per l’ex re dell’Arabia Saudita Abdul Aziz Al Saud. 

    Antonio, che tra le sue fonti d’ispirazione cita Bentivegna, Orio, D’Agata e Gatto, oggi tiene anche conferenze sul lusso alla Domus Accademy e si avvale di una rete molto selezionata di artigiani-collaboratori che garantisce la natura artigianale delle sue creazioni. A propsito di aritgianalità, le sue scarpe hanno suola e intersuola cucite a mano e guardolo anch’esso cucito a mano; questo dettaglio le differenzia dalla ben più conosciuta costruzione Goodyear, che è ottenuta dall’omonima macchina. Il tempo di produzione per il bespoke oscilla tra le 43 e le 45 ore al paio e un prezzo di partenza pari a €3.000. Alla mia domanda volta a capire se utilizza la pasta di sughero tra la suola e l’itersuola, mi risponde che preferisce applicare degli strati di pelle morbida, perché “col tempo e l’umidità, la pasta di sughero si deforma, rendendo la scarpa scomoda” ammonisce. Completano l'offerta delle sneakers ready-to-wear e un servizio di made-to-order che permette di scegliere il colore della tomaia, partendo da misura e forma standard.  

    Il negozio di Via Torino, che ha una sorta di sala fumatori nel retro, con annesso sistema di aspirazione, è visitabile solo su appuntamento. lI visitatore può incontrarvi non solo calzature, ma anche sartoria (l'abito ha un prezzo di partenza di 2.600€) e accessori in pellami esotici e materiali pregiati: dal tagliasigari in corno di orice al trolley in alligatore del Mississippi colorato a mano, il gentiluomo può commissionare un’ampia varietà di oggetti di uso quotidiano, finanche il pennello da barba con manico in corno di zebù.

    In occasione della mia visita, ho commissionato un paio di wholecut in una forma che trovo stupenda. Di seguito alcune foto delle misure. Seguiranno foto delle prove.

     

    Bespoke hugs,
    Fabio

    Antonio Pio Mele Il calzolaio dei re si racconta
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    Ph. credits: Super Ko

    The Milanese Chapter: Four Shirtmakers
    Scent of Tailoring

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