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  • The Neapolitan Chapter: Antonio Panico A tu per tu con uno dei padri della giacca napoletana

    The Neapolitan Chapter: Antonio Panico

    A tu per tu con uno dei padri della giacca napoletana

    “Molti dicono di me che sono burbero, ma mi creda è solo una corazza di difesa” – esordisce così, tra una sigaretta e l’altra, Antonio Panico, classe 1941, nel suo atelier di Via Carducci, quartiere Chiaia, Napoli. È unanimemente considerato uno dei pochi Maestri napoletani viventi, come confermato da una folta clientela italiana ed internazionale. L’intervista è intervallata da un “Questo non lo scriva, mi raccomando” o da un “no, non mi faccia foto per carità”. Bisogna rompere il ghiaccio e per farlo cominciamo diligentemente dall’inizio. Correva l’anno 1953, quando iniziò a lavorare a Casalnuovo per un sarto poi divenuto sacerdote; a soli diciassette anni diventa già “lavorante” e nel 1964 inaugura la sua prima sartoria in Piazza Amedeo a Napoli. Poi arriva la proposta di lavorare da Rubinacci, esperienza durata ventidue anni, fino al 1992, anno in cui si mette in proprio e apre la sartoria di via Carducci, di fronte al celebre Liceo Umberto. “La maggior parte dei sarti vuole solo guadagnare per sé e non creare posti di lavoro, non ha mentalità imprenditoriale” - mi dice - e non posso che convenire con la sua analisi – prima di aggiungere che lui, invece, fu il primo negli anni ‘70 ad assumere dipendenti in sartoria. 

    Con il Maestro Panico è inutile entrare nei dettagli tecnici, un po’ perché non è incline a divulgarli, un po’ perché sarebbe riduttivo ridurli a regola. “Faccio la prima ripresa fino al fondo se ce n’è bisogno, come anche la manica con un po’ di arriccio, ma tutto dipende dai bisogni del cliente; se ha un incontro formale all’estero, la manica arricciata è da provinciali” - mi spiega. Alla domanda sulle caratteristiche della sua giacca risponde indicando quella che ha indosso, aggiungendo: “Questa ha venticinque anni e quando me la metto mi dimentico di averla addosso, questa è sartoria”. Una cosa, almeno, è certa: non ha mai fatto lo spacco centrale a nessuna delle sue giacche. Questo lo giura sul suo nome. “Quando me li chiedevano, mi rifiutavo” - afferma con piglio deciso e divertito. D’altronde, pare che gli spacchi laterali abbiano iniziato a diffondersi a partire dagli anni ’70 e lui sarebbe stato il primo a farli a Napoli. 

    Mi fa provare delle sue creazioni e non posso non immaginare quanti uomini davvero eleganti sono stati in piedi davanti a quello stesso specchio. Provo una giacca senza la cucitura dei fianchi, un pezzo unico, che aveva realizzato all’epoca in cui era da Rubinacci. Ma quel che mi colpisce maggiormente è un Ulster Coat in tweed secco, con un taglio e delle linee eccellenti e un contrasto incredibile tra l’immagine solida e robusta del cappotto - che rimanderebbe a un concetto di peso notevole - da un lato, e l’inattesa leggerezza del capo in questione, dall’altro.

    Oggi in sartoria Antonio Panico ha quindici lavoranti, oltre ai suoi due figli, Luigi e Paola, che lo aiutano nelle due sedi di Napoli e Roma. Il ghiaccio è rotto, ci salutiamo con un sorriso, ma non prima di un ultimo monito: “In questa sartoria non vedrà mai seduto un camorrista; quando devo prendere le misure devo toccare il cliente e non potrei mai mettere le mie mani addosso a quella gente”.  

    Prezzo di partenza €2500.

     

    Bespoke hugs,
    Fabio

     

     

     

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    Giacca senza fianchi
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    Con Luigi Panico, a sinistra, e suo padre Antonio
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    Antonio Panico

    Via Giosuè Carducci, 29
    80121 Napoli Italy
    +39081415804
    http://www.sartoriapanico.it

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